Nata come piccola cappella, nel tempo si è ampliata ed arricchita delle suppellettili e dell’arredamento. I primi importanti interventi strutturali sono del sec. XVI , risale a quell’epoca il presbiterio che costituisce oggi la parte più antica della chiesa. Il classico aspetto barocco è frutto invece, in gran parte, dei rimaneggiamenti effettuati nel sec. XVIII. Gli ultimi interventi di ampliamento e ristrutturazione sono terminati nel 1908.
Nel corso delle ristrutturazioni, è stata interrata nell’ingresso, come gradino alla soglia della chiesa, una lapide romana. Il calpestio dei fedeli e l’azione corrosiva degli agenti atmosferici hanno consumato la pietra cancellando quasi del tutto l’iscrizione incisa sulla lapide che un tempo copriva il sepolcro di Lucio Licinio Cecilio , un romano di tribù Publilia, vissuto e morto intorno al I secolo dopo Cristo.
La facciata, in origine a semplice capanna, presenta ora, dopo i lavori compiuti all’inizio del Novecento, un corpo centrale di gusto eclettico. Sopra il portale, con lesene e timpano in laterizi, si aprono due bifore ogivali con una nicchia in cui è posta la statua in cemento armato di San Martino Vescovo in atto di benedire chi entra in chiesa.
Al fianco destro si eleva il campanile, intonacato e finito a semplici riquadrature, concluso da una celletta ottagonale.
Sulla parte antica della parete esterna destra della chiesa è infissa una testina scolpita in pietra arenaria, situata sotto il tetto al riparo dalle intemperie. Analoga maschera compare su una parete della cappella di San Sebastiano.