“Adoro il noce, è il mio legno preferito. La nostra parrocchiale me lo offre ogni domenica con il quello antico della sua bussola e poi dentro, ancora, nel pulpito.
Il San Martino del Toscano, l’Addolorata del Roasio, sono tesori minori, ma pur sempre preziosi per la fede dei miei compaesani. Per me, più di ogni altra, la chiesa di San Martino è soprattutto il cigolio della bandierina segnavento che dal campanile accompagna le mie giornate talvolta nella direzione del marino, talaltra del favonio.”
Chiesa di San Martino
La chiesa parrocchiale, intitolata a San Martino è nominata per la prima volta negli Statuti del 1474 all’art.11 Delle cose altrui trovate, dove si dice che chi avesse trovato qualche oggetto deve restituirlo a chi l’ha perso entro due giorni dal ritrovamento: e se non avesse trovato chi l’ha perso, deve consegnarlo al rettore della chiesa di San Martino. La costruzione della chiesa è quindi da considerarsi anteriore al 1474.
Nata come piccola cappella, nel tempo si è ampliata ed arricchita delle suppellettili e dell’arredamento. I primi importanti interventi strutturali sono del sec. XVI , risale a quell’epoca il presbiterio che costituisce oggi la parte più antica della chiesa. Il classico aspetto barocco è frutto invece, in gran parte, dei rimaneggiamenti effettuati nel sec. XVIII. Gli ultimi interventi di ampliamento e ristrutturazione sono terminati nel 1908.
Nel corso delle ristrutturazioni, è stata interrata nell’ingresso, come gradino alla soglia della chiesa, una lapide romana. Il calpestio dei fedeli e l’azione corrosiva degli agenti atmosferici hanno consumato la pietra cancellando quasi del tutto l’iscrizione incisa sulla lapide che un tempo copriva il sepolcro di Lucio Licinio Cecilio , un romano di tribù Publilia, vissuto e morto intorno al I secolo dopo Cristo.
La facciata, in origine a semplice capanna, presenta ora, dopo i lavori compiuti all’inizio del Novecento, un corpo centrale di gusto eclettico. Sopra il portale, con lesene e timpano in laterizi, si aprono due bifore ogivali con una nicchia in cui è posta la statua in cemento armato di San Martino Vescovo in atto di benedire chi entra in chiesa.
Al fianco destro si eleva il campanile, intonacato e finito a semplici riquadrature, concluso da una celletta ottagonale.
Sulla parte antica della parete esterna destra della chiesa è infissa una testina scolpita in pietra arenaria, situata sotto il tetto al riparo dalle intemperie. Analoga maschera compare su una parete della cappella di San Sebastiano.
La chiesa, ad una sola navata di 18 metri in lunghezza e 8,50 in larghezza, ha sei cappelle distribuite tre per parte, coperture a volte. Il presbiterio è di forma quadrata di lato di 6 metri ed è elevato di due gradini dal piano della chiesa. La decorazione interna sottolinea l’articolazione delle membrature architettoniche.
Nel presbiterio, lato destro per chi entra, è appeso un quadro raffigurante San Martino, opera del pittore monregalese Francesco Toscano ( 1809 – 1887)
Sovrasta l’altare maggiore, in marmo, la scritta “Paroldum, Martine, tuum defende”.
Altri quattro altari sono distribuiti nelle cappelle laterali, uno dedicato alla S.S. Trinità ed alle Sante Lucia ed Apollonia, l’altro a San Giuseppe, a destra di chi entra in chiesa; uno alla Madonna del Rosario e l’altro all’ Addolorata, a sinistra di chi entra in chiesa. Gli altari sono di stucco marmoreggiato, ad eccezione di quello del S.S. Rosario che è di marmo, ciascuno ha il quadro che rappresenta il santo a cui è eretto, eccetto l’altare della Madonna Addolorata che ha, posta in una nicchia, una pregevole statua in legno policromo, opera dello scultore Antonio Roasio da Bardineto (1809 – 1886).
Sul lato sinistro dell’ingresso si trova il battistero, il cui fonte battesimale risale al sec XVI.
La bussola della chiesa, come pure i due confessionali ed il pulpito sono in legno di noce.
Come arrivare
La Chiesa di San Martino è facile da trovare: arrivati in paese, anziché svoltare nella piazza si prosegue per 150 metri e si svolta a sinistra